Premessa
Se il diavolo odiasse l’Eritrea la miglior occasione per ferirla mortalmente sarebbe il 24 maggio 2017, giorno del suo 26° anniversario d’Indipendenza.
“Non è la scena di un film dell'orrore, ma una tragedia della vita reale che si svolge oggi alle porte dell'Europa”.
Inizia così la storia che vi sto per raccontare, con il tweet del 24 maggio di Chris Catrambone, fondatore della ONG MOAS, in cui un barcone stracarico di migranti si è capovolto seminando centinaia di morti nel Mar Mediterraneo.
L’incidente
Il barcone era partito la notte del 23 maggio alle ore 03:30 circa con a bordo 200 somali e circa 620 eritrei “ammassati come pecore che non c’era nemmeno spazio per sgranchirsi un attimo”. A detta di un eritreo, lo spazio sarebbe stato sufficiente per 500 persone al massimo. Ma i tre trafficanti conosciuti con i nomi Walid, Wedi Itay ed Agiz l’avevano sovraccaricato avidamente. Lo stesso barcone, per circa otto ore, aveva proceduto bene. Poi si capovolse.
La prima Breaking News[1] sull’incidente è stata twittata dal MOAS alle ore 08:42 e ritwittata subito dopo da Chris Catrambone: “#Breaking l’equipaggio della #Phoenix sta conducendo il salvataggio di questa barca in legno che trasporta più di 700 (migranti), #MOAS sta lavorando duro e velocemente per assicurare che tutti la lascino in modo più sicuro”.
Quasi due ore dopo, alle 10:25 Chris Catrambone dà la terribile notizia: “Una grande tragedia, molti corpi sono stati già recuperati. I soccorritori della @moas_eu stanno facendo di tutto per salvarne il maggior numero possibile”.[2]
Ma cosa era successo?
Quasi tutta la stampa italiana concorda sull’accaduto che si potrebbe riassumere in: “un’onda anomala potrebbe aver provocato la tragedia!” come ha scritto Alessandro Farruggia su QN[3]: “A circa 30 miglia da Zuwara: forse per un'onda anomala o per un improvviso spostamento delle persone che erano a bordo, il barcone si è piegato su un lato e, prima che riprendesse l'assetto normale, quasi la metà delle circa 500 persone che erano a bordo è finita in acqua”.
Anche Rosaria Di Natale su il Tirreno[4] scrive: “…la dinamica mortale è la stessa di sempre: un barcone troppo carico, con circa 500 persone a bordo e poi un'onda, o il peso eccessivo, lo ha piegato su un fianco”.
“Uno dei barconi, con a bordo circa 500 clandestini, si è capovolto, non si sa se per colpa di un'onda o per lo spostamento delle persone imbarcate” scrive invece il quotidiano Libero, mentre Alessia Pedrielli su La Verità[5] racconta: “Dopo appena 20 miglia di navigazione, forse per un'onda tropo alta o per un guasto, il barcone è affondato e almeno 31 persone sono morte, tra le quali molti bambini”.
Per Italia Oggi[6]: “…il barcone si è piegato su un fianco e oltre 200 persone sono finite in acqua”, mentre Giuseppe Lo Bianco su Il Fatto Quotidiano[7] racconta: “…ieri un barcone con a bordo almeno 200 migranti si è ribaltato forse per un'onda anomala, forse per un improvviso spostamento dei migranti, stipati come merce nella stiva: dentro, intrappolati sott'acqua, sono rimasti in centinaia, che hanno tentato di scappare come topi in superficie”.
Alessandra Arachi scrive sul Corriere Della Sera[8]: “…il barcone è stracarico, come sempre. Si inclina su un lato per il peso sbilanciato e in mare scivolano così poco meno della metà dei passeggeri, circa duecento persone, secondo i testimoni”.
La Sicilia[9] racconta così l’accaduto: “Dopo uno sbandamento causato dalle condizioni meteo e dallo spostamento improvviso dei migranti nell'imbarcazione, circa 200 persone, tra cui molti minori, sono scivolati in mare”. Anche La Repubblica[10] tira in ballo il meteo citando la comunicazione della Guardia Costiera e scrive: “Per uno sbandamento verosimilmente causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell'imbarcazione, circa 200 migranti sono caduti in mare da un barcone con circa 500 migranti a bordo”. Dello stesso avviso anche SKY TG24[11] :“Tra le unità soccorse, quella naufragata si è ribaltata in mare a causa di uno sbandamento causato dalle condizioni meteomarine e dallo spostamento repentino dei migranti su un fianco dell'imbarcazione” mentre per il TG La7[12] si è trattato di un semplice barcone in difficolta: “Duecento profughi sono caduti in mare da un barcone in difficoltà al largo delle coste libiche poco prima dell'arrivo dei soccorsi”.
Per Il Manifesto è invece il peso dei migranti a causare l’incidente: “Erano almeno in cinquecento a bordo di quella carretta che non ha retto al peso di tanta umanità disperata in mezzo alla quale si trovavano anche tantissimi bambini”.
Daniela Fassini scrive su l’Avvenire[13]: “Forse per un'onda o a causa del movimento brusco delle persone” e aggiunge al suo racconto: “Sul suo profilo twitter Catrambone, il fondatore insieme alla moglie Regina dell'organizzazione non governativa che ha sede a Malta, posta immagini e filmati. Descrive le ore drammatiche, mostra a tutto il mondo i morti che ancora galleggiano, quei puntini arancioni in mezzo al mare. Ma deve anche rispondere alle critiche e ai duri attacchi. Perché di fronte a quelle immagini c'è anche chi osa condannare i salvataggi e chiede di fermare ‘l'invasione’."
Ora vediamo la storia di quella giornata raccontata dal protagonista dei soccorsi, Chris Catrambone, attraverso i suoi tweet:
Ore 10:27: “Un rimorchiatore commerciale + un elicottero della @ItalianNavy stanno ora assistendo gli sforzi di salvataggio di @moas_eu”.
Ore 10:32, Catrambone annuncia i primi numeri sui morti: “Circa 30 corpi stanno ancora galleggiando nella zona di salvataggio... molti sono bimbi piccoli”.
Ore 10:50, lo stesso pubblica la foto della tragedia intitolandola: “No words” (senza parole).
Ore 11:15: “I soccorritori stanno freneticamente cercando di rompere la stiva bloccata della barca di legno dove centinaia di migranti sono intrappolati!”.
Ore 11:19: “Parecchie salme sono state portate a bordo della #Phoenix”.
Ore 11:25: “Grazie @guardiacostiera”, a cui Catrambone aggiunge un breve video.
Ore 11:34: “Tante navi commerciali si stanno unendo agli sforzi di salvataggio”.
Ore 11:52: “Un aiuto dall'aereo spagnolo #SAR Patrol che fa cadere gommoni (zattere) di salvataggio nella nostra direzione dove ci sono centinaia di persone in acqua” con video a corredo.
Ore 12:04: “Non è la scena di un film dell'orrore, ma una tragedia della vita reale che si svolge oggi alle porte dell'Europa”[14].
Ore 12:49: “Ora si recuperano i corpi dal mare con l'aiuto dell’elicottero della Marina Italiana...”.
Ore 13:32: “Il conteggio attualmente delle salme è 31. I corpi recuperati sono stati portati a bordo della Phoenix. Continuano gli sforzi...”.
Ore 13:54: “Ora si contano 34 salme... la maggior parte sono bambini”.
Ore 14:25: “Nessuna camera mortuaria a bordo della Phoenix. Le salme sono state sistemate a babordo. Molto triste”.
Ore 15:45: “Tre ufficiali #SAR del Mediterraneo stanno diligentemente lavorando quest’oggi per salvare vite umane nel Mediterraneo centrale”.
Ore 15:57: “I contigenti della Marina Britannica 'Protector' della Marina Italiana 'Nave Libra' della Giardia Costiera Italiana 'Nave Fiorillo' hanno preso parte nell'operazione di oggi”
Ore 16:33: "Brucia un altro barcone".
Ore 17:05: “Sta avvenendo ora il trasferimento medico di 3 persone sulla nave della Guardia Costiera Italiana”.
L’ultimo tweet della giornata è delle 21:14: “Aggiornamento delle 21:00: la squadra SAR di nuovo a bordo della nave Phoenix con 603 fortunati superstiti che sono stati curati dal team di soccorso della #moas_eu”.
A questo punto, una serie di domande sorgono spontanee: perché il fondatore del MOAS passa tutto il tempo a twittare - dalle 08:42 fino alle 21:00 - durante una simile emergenza e in una giornata così drammatica in cui decine di bambini morivano annegati? Perché voleva mostrare in diretta una simile tragedia? Il miliardario Chris Catrambone fa il giornalista o il salvatore di naufraghi?
Per La Repubblica è senza dubbio la seconda opzione perché scrive: “L'immediato intervento delle navi Fiorillo della Guardia Costiera e Phoenix del Moas ha consentito di trarre in salvo la maggior parte dei migranti caduti in acqua”. Lo certifica persino UN Refugee Agency con un tweet: “600 persone che cercavano di attraversare il Mar Mediterraneo sono state salvate oggi dal MOAS e dalla Marina italiana + Guardia Costiera”.
A me personalmente ricorda il protagonista del film “L’asso nella manica”[15], interpretato da Kirk Douglas, che fa di una frana che ha intrappolato un uomo una spettacolarizzazione della tragedia.
Ma chi è Christopher Catrambone?
Secondo il Guardian[16]: “è un imprenditore americano di 36 anni che, avendo trascorso quasi un decennio a viaggiare in tutto il mondo per costruire una società multimilionaria, ha deciso di prendersi una pausa. Il Gruppo Tangiers, che Catrambone gestisce con la moglie italiana Regina, si occupa di fornire assicurazioni in zone di guerre a consulenti dell’esercito statunitense, lavoratori di ONG, giornalisti e missionari”.
(Per ulteriori informazioni, i nostri articoli precedenti sul MOAS, sui fondatori Catrambone e sulle loro attività, "Analisi ONG nel Mediterreneo", "Analisi ONG nel Mediterraneo: seconda parte" e "MOAS, Remote Medicine Global e l'Operazione Pontus")
Solo 13 giorni dopo la tragedia, il MOAS vince l’Atlantic Council’s 2017 Freedom Award[17] che si è tenuto a Varsavia il 7 luglio, e durante la premiazione Maria Luisa Catrambone, figlia di Christopher e Regina Catrambone, ha affermato che la migrazione “è la definizione della crisi umanitaria globale di questa generazione e la nostra risposta, come comunità internazionale, sarà ricordata dalla storia”[18].
Sul sito di Festival della Migrazione[19] troviamo tutti i premi ricevuti da MOAS e dai coniugi Catrambone: “Regina è stata insignita dei premi seguenti: Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2015[20], San Giorgio d’oro (2016) e Premio Mamma Lucia ‘Donne Coraggio’ nel 2015; Trofeo del Mare (2017). Insieme al marito Christopher ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: Global Citizen Forum Award 2015; 100 Global Thinkers of 2015 – Foreign Policy Award e il Premio internazionale della bontà nel 2015 Freedom Award – Atlantic council – 2017. MOAS ha ottenuto i seguenti riconoscimenti: New European of the Year 2016, Special 112 Award by the European Emergency Number Association (EENA) 2016, Geuzen Medal 2016 – Geuzenpenning Foundation, Peter Serracino Inglott Award for Civic Engagement 2015, Medal of the Republic (Malta) 2015, Medical Bridges 2015, Tangent Link SAR 2015”.
Il gruppo pop inglese Coldplay[21] invece ha donato a MOAS l'intero ricavato del loro album Kaleidoscope EP[22].
A sorpresa l’assente ingiustificato di questo salvataggio è stato Don Mussie Zerai, “l’arcangelo dei migranti”. Dov’era durante questa tragedia raccontata minuto per minuto da Chris Catrambone? Sulla sua pagina facebook “Abba Mussie Zerai” non sono riuscito a trovare nessuna notizia sull’incidente del 24 maggio, l’unico post è datato 26 maggio: “Richiesta di aiuto già segnalata al comando centrale della Guardia Costiera Italiana, alle ore 15:33 pm quindi questa è solo di conferma e riferire che le persone a bordo del natante sono seriamente in pericolo in quanto stanno imbarcando acqua e il motore è fuori uso, questo quello che ci riferiscono i famigliari che sono in diretto contatto. Il tel. +882165####472 Latitudine N 033deg 014'028 Longt E 012 deg 039'007.0226 questa posizione si riferisce Ore 15:29 quando l’SMS ci ha raggiunto da un famigliare residente in Norvegia”.
Ad agosto 2017 la Procura di Trapani ha notificato un avviso di garanzia a Don Mussie Zerai per “favoreggiamento dell'immigrazione clandestina”. E per aver scritto l’articolo “Come osa la procura di Trapani indagare Don Mussie Zeray, l’arcangelo degli immigrati?”, il democratico prete ha bloccato il sottoscritto su Twitter.
Una settimana dopo la tragedia, Regina Catrambone, direttrice della MOAS, scrive un articolo pubblicato da l’Avvenire dal titolo: "L'Europa ha perso l'umanità" per raccontare l’incidente del 24 maggio. “La nave Phoenix con a bordo l'equipaggio del MOAS al mattino presto ha individuato un barcone sovraffollato in pericolo e subito sono state avviate le operazioni di salvataggio, che purtroppo si sono rivelate estremamente complicate. (…) Anche la qualità delle imbarcazioni è peggiorata: sono così instabili che le onde o un qualunque spostamento di chi si trova a bordo rischia di farle capovolgere. Ed è esattamente ciò che è successo: durante la distribuzione dei giubbotti salvagente in molti si sono spostati, facendo inclinare il barcone colpito da un'onda più forte. Circa 400 persone sono cadute in mare mentre molte altre erano intrappolate nella stiva”.
Un testimone oculare della tragedia è il fotografo del Getty Images[23], Chris McGrath, che era a bordo della Phoenix per fotografare i salvataggi del MOAS. Nell’articolo pubblicato da CNN intitolato "Crossing the world’s deadliest border"[24] descrive così quella tragedia: “Era la mattina presto quando la Phoenix ricevette notizia di una barca in avaria nel Mar Mediterraneo, al largo della costa italiana di Lampedusa. L'equipaggio di salvataggio ci si è recato e ha trovato una tragica situazione che è oramai diventata troppo familiare negli ultimi due anni. Una grossa imbarcazione in legno ondeggiava da una parte all'altra, sovraffollata da centinaia di migranti che cercano di raggiungere le coste europee. Nessuno a bordo aveva giubbotti di salvataggio. Ad un certo punto, la barca si inclinò e gettò centinaia di persone in acqua. I soccorritori iniziano a darsi da fare”.
Ma come? Il barcone che aveva viaggiato otto ore “ad un certo punto, si inclinò e gettò centinaia di persone in acqua”?
Ma cosa è veramente successo quel 24 maggio alle 08:42?
C’è forse una lettura diversa dell’accaduto rispetto a come i media italiani ce l’hanno raccontato?
Anche nei giorni successivi alla tragedia: “In centinaia sono finiti in acqua durante un salvataggio a causa del sovraffollamento delle imbarcazioni e del mare mosso” scrive il 26 maggio Nello Scavo su l’Avvenire[25].
Causa del sovraffollamento delle imbarcazioni e del mare mosso?
Osserviamo queste tre foto, per esempio. Vedete mare mosso?
Senza approfondire l’argomento Carlo Lania scrive su il Manifesto[26]: “A provocare il rovesciamento parziale del barcone sarebbe stata un'onda anomala o la decisione di molti migranti di spostarsi tutti sullo stesso lato del mezzo alla vista della Phoenix”. E sottolineo: alla vista della Phoenix!
Infatti le dinamiche dell’incidente raccontatemi dai superstiti alla tragedia sono diverse da quelle che riportano i giornali italiani e i protagonisti del salvataggio.
Le voci dei sopravvissuti
I sopravvissuti alla tragedia del 24 maggio[27] sono stati fatti sbarcare il 27 maggio a Crotone in Calabria perché in quei giorni a Taormina si stava svolgendo il G7 per cui la Sicilia, per motivi di sicurezza, era stata dichiarata inaccessibile. Successivamente sono stati divisi in vari gruppi e destinati in altrettanti campi. Sono rimasti a Crotone solo coloro che avevano perso un loro caro, un parente, un amico o un conoscente, e aspettavano notizie sui dispersi.
A luglio ho incontrato alcuni dei sopravvissuti a Roma i quali mi hanno dato la loro versione sull’incidente in mare.
Stando alle testimonianze dei sopravvisuti, quella notte il barcone aveva proceduto navigando tranquillo per circa otto ore e la mattina verso le 08:00 i migranti sul ponte avevano visto avvicinarsi una grande nave.
Hanno gridato: "Sono arrivati gli italiani a salvarci!” Da un gommone vennero lanciati i giubbotti salvagente che però non bastavano per tutti quelli che erano sul ponte. Gli fu chiesto di fare una manovra di avvicinamento alla grande nave ma gli scafisti somali, che avevano lasciato il timone per non farsi scoprire, non risposero e tra gli eritrei presenti a bordo non c’era nessuno capace di fare quella manovra. Quindi nessuno prese in mano il timone.
Poi una ventina di persone vennero caricate sul gommone per essere trasferite sulla grande nave. Furono fatti due viaggi di salvataggio ma poi i migranti che stavano nella stiva, accorgendosi del via vai, decisero tutti insieme di uscire dall’under per poter essere i primi a salire sulla nave. Scalpitanti ed impazienti spinsero per uscire fuori sul ponte. Gli eritrei, visto il pericolo incombente, si misero d’accordo per lasciargli la precedenza. “Dai sediamoci tutti sennò ci rovesciamo!” imploravano.
“State seduti, mettetevi seduti, vi prenderemo tutti uno ad uno” promettevano dal gommone ma nessun migrante della stiva intendeva tornare a sedersi, nessuno più ascoltava quelle voci. Uscirono tutti sul ponte e si sbracciavano per richiamare l’attenzione. È stato un attimo.
Il barcone perde la stabilità, si inclina sul fianco destro e rovescia in acqua tutti coloro che erano sul ponte, tranne un’unica persona. Poi lentamente ritorna a raddrizzarsi e a galleggiare normalmente. La situazione è drammatica, oltre 400 persone sono in acqua tra cui molte mamme con bambini e donne in stato interessante, e non tutti hanno i giubbotti salvagente.
Iniziano le operazioni di recupero dei migranti uno ad uno, qualcuno si è aggrappato a delle zattere salvagente lanciate da un aereo e rimane in acqua per quasi due ore prima di essere ripescato.
Il bilancio delle vittime è di 32 cadaveri recuperati tra cui quattro bambini, centinaia i dispersi, forse 120, di cui 9 bambini.
Ma la tragedia della mattina del 24 maggio poteva essere evitata?
Salvataggio in mare oppure naufragio annunciato? Ai lettori la triste sentenza!
Nota degli autori:
L’articolo di Daniel Wedi Korbaria mette in luce la discrepanza tra le testimonianze dei sopravvissuti da lui registrate, e quanto riportato dal MOAS e dagli articoli apparsi sulle pagine dei principali giornali italiani, riguardo a condizioni del mare e dinamica dei fatti.
Questo è quanto mai attuale dopo gli esiti del tragico salvataggio del 6 novembre scorso, quando Sea-Watch si è “intromessa” in un’operazione già in corso della Guardia Costiera Libica nella sua zona di competenza, causando il caos tra i migranti che hanno cercato di raggiungere a nuoto i gommoni della ONG non volendo essere riportati in Libia (video).
Fausto Biloslavo su Il Giornale scrive: “Sea-Watch addirittura si lamenta che il 6 novembre «il primo obiettivo dei libici era riportare indietro la gente, non soccorrerla». Peccato che sia l'Italia ad aver chiesto a Tripoli di fermare il flusso. Nonostante avesse il comando delle operazioni, Sea-Watch faceva quello che voleva e non si teneva a distanza per evitare l'effetto calamita sui migranti. Tutto questo non si capisce, ma l'ONG pubblicizza il filmato del drone che filma i migranti a bordo dalla motovedetta libica Ras Jadir con i marinai che agitano o utilizzano cime e canne di gomma per tenerli buoni. La loro ovvia tentazione è di buttarsi in mare rischiando la vita”[28].
Tornando al 24 maggio scorso, la nostra impressione sul tragico naufragio è che alle organizzazioni private non dovrebbero essere permesse le complicate operazioni di ricerca e salvataggio in zone calde come il Mediterraneo, dove avidi scafisti non hanno nessun rispetto della vita delle persone e sono interessati solo al mero guadagno. Chi garantisce l’effettiva preparazione tecnica delle ONG nel fronteggiare delle emergenze che diventano la tomba di molti essere umani in così breve tempo? Cosa sarebbe successo il 24 maggio se invece di un rischioso trasbordo, si fosse proceduto a scortare il barcone in legno ancora funzionante verso il porto più vicino?
Siamo così sicuri che le ONG abbiano sempre operato nel modo migliore per non peggiorare ulteriormente situazioni già rischiose? Nessun brevetto e nessun attestato serve per operare in contesti così delicati?
Il tragico naufragio del 24 maggio è soltanto un caso di cui abbiamo testimonianza grazie alle interviste fatte da Daniel Wedi Korbaria ai suoi connazionali scampati miracolosamente alla morte. Invitiamo chi avesse altre informazioni a tal riguardo a scriverci all’indirizzo: [email protected].
Le critiche da noi mosse riguardo all’operato delle ONG sono state riportate anche per “combattere” l’effetto magnete che attrae tanti migranti sulle coste della Libia e che li espone ad enormi rischi nella traversata del Mediterraneo. Le organizzazioni non governative non hanno evitato le migliaia di morti in mare, come confermato dai dati ufficiali.
La retorica dello #stayhuman deve terminare al più presto per scongiurare la possibilità di ulteriori vittime nel Mediterraneo.
Non vogliamo più vedere immagini terribili di madri dilaniate dal dolore, illuse e sradicate dalla loro terra d'origine in nome di un presunto Eden europeo, che hanno "seppellito" i propri figli nel Mediterraneo.
Fonti:
(#Breaking #Phoenix crew conducting rescue of this wooden boat carrying 700+, #MOAS working hard & fast to make sure everyone gets off safely) ↩︎
(A big tragedy-Many bodies have been recovered. Rescuers from @moas_eu doing everything they can to rescue as many as possible) ↩︎
(QN: Naufraga barcone: strage di bambini in mare. Decine di vittime al largo delle coste libiche) ↩︎
(La Verità: L'ultima strage del mare «in Italia» e a 37 chilometri dalla costa libica) ↩︎
(Italia Oggi: Migranti, nuovo naufragio. Recuperati 31 corpi in mare) ↩︎
(Il Fatto Quotidiano: "Così affogano i bambini": la foto dell'Ong Moas) ↩︎
(Il Corriere della Sera: Affonda un altro barcone di migranti Strage di bambini al largo della Libia) ↩︎
(La Repubblica: Dramma migranti nel canale di Sicilia: 34 morti, anche bambini. Oim: 156 dispersi in naufragio fantasma) ↩︎
(SKY TG24: Migranti, nuova strage in mare: 34 morti, "molti bambini") ↩︎
(TG La7: Ancora un naufragio al largo della Libia: la Guardia costiera lancia l'sos, 34 i morti) ↩︎
(L'Avvenire: Barcone si ribalta, 34 morti Tanti bambini e anche neonati) ↩︎
(“Not a scene from a horror movie...Real life tragedy unfolding on Europe's doorstep today!”) ↩︎
(Video 2017 Freedom Award presentation to MOAS accepted by Maria Luisa Catrambone) ↩︎
(http://www.festivalmigrazione.world/team/regina-catrambone/) ↩︎
(Trafficanti e Ong: nel 2015 Mattarella premiò la Catambrone (MOAS)) ↩︎
(I Coldplay supportano il Moas: salviamo le vite dei profughi) ↩︎
(Coldplay-ALIENS (Official Lyric Video): all song proceeds to MOAS's work rescuing migrants in peril at sea) ↩︎
(L'Avvenire: Affogati 200 bimbi oltre uno al giorno: Allarme dell'Unicef) ↩︎
(Il Manifesto: Si rovescia il barcone, 34 morti Tra le vittime molti bambini) ↩︎
(VIDEO: Sbarco migranti a Crotone dalla Phoenix con 32 morti) ↩︎
(http://www.ilgiornale.it/news/politica/video-smentisce-long-sea-watch-sui-profughi-morti-1462064.html) ↩︎