Approfondimenti

ANALISI ONG NEL MEDITERRANEO

ANALISI ONG NEL MEDITERRANEO

Come operano, chi le finanzia e i punti oscuri

Quali ONG operano nel Mediterraneo

Al momento la Golfo Azzurro è stata locata da Proactiva Open Arms (la nave Astral è in riparazione).

Il MOAS ha recentemente acquistato un aereo per il pattugliamento marino, il King Air B 200 (tipologia di aereo in uso anche dall’esercito maltese).

Anche Sea-Watch si avvale di un ulteriore mezzo aereo per migliorare le ricerche in mare, il Sea-Watch Air.

Proactiva Open Arms ha acquistato una nuova nave che sarà presto a loro disposizione, El Open Arms.
Sea-Eye ha appena acquistato una nuova nave, sorella di Sea-Eye, la Seefuchs.

Nulla si sa su un’altra barca che presta soccorso a ridosso delle coste libiche, la Audur.


*La Verità 29/03/2017


MOAS (Migrant Offshore Aid Station)

Si qualificano come prima organizzazione professionale di ricerca e soccorso in mare nata nel 2014 da un’iniziativa privata, attualmente alla quinta missione dalla sua fondazione con un bilancio di salvataggi di oltre 33.000 tra bambini, donne e uomini in circa 3 anni di attività.

Come di deduce dall’atto costitutivo di MOAS, la ReSyH Limited è la società maltese fondatrice della ONG registrata dai coniugi Regina e Christopher Catrambone. Il terzo legale rappresentante è Alexander Sasha Gainullin, CEO anche di un’altra società in capo ai Catrambone, la Tangiers Group. La società presente tra i sottoscrittori è la Osprey Insurance Brokers (ramo assicurativo del Tangiers Group).

A fianco di MOAS opera Emergency per garantire un supporto medico alle operazioni di salvataggio.

MOASxChange
MOASxChange 2017: il 27 marzo, MOAS ha organizzato la seconda edizione di ‘MOASXchange’, un forum dedicato al fenomeno migratorio.
Partecipanti: Presidente di Malta, Cesare Giacomo Zucconi della Comunità di Sant’Egidio, Oliviero Forti della Caritas Italiana, Jeff Crisp, del Refugee Studies Centre, Simon Busuttil leader dell’opposizione a Malta e il Vice-Ministro degli Esteri Italiano Mario Giro.

Dal Maggio 2017, la flotta del MOAS già ben equipaggiata (due navi, Phoenix e Topaz Responder, e due droni) si arricchisce di un gioiello full-optional dell’aeronautica, sia civile sia militare, il King Air B 200, aereo per il pattugliamento navale usato anche dall’Air Force maltese. L’operazione è sponsorizzata da One Foundation, fondo filantropico irlandese che si occupa di integrazione nel proprio Paese.

Il King Air B 200

King Air B200

I Catrambone e la ReSyH Limited (Atto Costitutivo)

Atto costitutivo ReSyH Limited

I Catrambone

Poco si sa della veloce ascesa di Christopher Catrambone. Nato negli Stati Uniti a Lake Charles in Louisiana, dopo il college e non meglio note attività a seguito della devastazione dell’uragano Katrina, lo troviamo a Washington D.C. impegnato presso il Congresso USA in attività di investigazione private in zone di guerra come Iraq e Afghanistan. Numerosi voci lo vogliono come partecipante alle attività della Blackwater (ora ACADEMI), società di contractor specializzata in “plan B” dalla dubbia reputazione.[1]

Nel 2006, fonda con la moglie Regina, il Tangiers Group Limited, società registrata a Malta ma operante principalmente nel mercato inglese.

Christopher Catrambone è stato inserito nella classifica riguardante “i 100 Global Thinkers del 2015” secondo Foreign Policy. Redattori di Foreign Policy (edito dalla Carnegie Endowment for International Peace, uno dei più importanti “think tank” USA) sono persone del calibro del diplomatico Peter Galbraith, Christian Brose assistente di Condoleezza Rice, del direttore della Commissione Attentati 9/11 Philip Zelikow, del funzionario del Pentagono Dov Zakheim, del mitico John McCain a tanti altri. E questi hanno deciso che hanno valutato e inserito Catrambone tra i 100 Global Thinkers del 2015. Cosa alquanto anomala visto che il fondatore di MOAS allora non era noto ai più e non era ancora balzato agli onori della cronaca.[2]

I Catrambone e il Tangiers Group

Il Tangiers Group Limited “is a growing organization that connects insurance products, emergency medical assistance, maritime, travel and claims management services to individuals, companies and groups all over the world” come recita il suo sito internet (http://www.tangiersgroup.com/). Il gruppo è diviso in quattro divisioni operative: Osprey Insurance Brokers (ramo assicurativo), Tangiers International (servizi di supporto e assistenza medica in zone di guerra o “a rischio”), Tangiers Maritime (servizi di supporto alle aziende che operano in mare) e il ramo no-profit con il MOAS Xchange (“Xchange measures, investigates and documents the impact of human movement globally. With an emphasis on the Mediterranean and Southeast Asia, the NGO collects, analyses and presents data for in-depth projects and specialist investigations covering the most pressing migration issues”) e OBS Advisory (associazione che collabora con chi deve operare o visitare zone a rischio, fornendo un supporto informativo tramite newsletter, servizi di allerta e redazione di articoli aggiornati.

Il Tangiers Group Limited fornisce un vero servizio di contractor e di intelligence nelle zone di guerra o considerate a rischio. Si occupa anche del cosiddetto “piano B” ovvero del Servizio Battleface, nel caso che i suoi clienti vengano rapiti (liberazione forzata con armi) o abbiano bisogno della scorta nella loro attività.

Atto costitutivo Tangiers International Limited

Atto costitutivo Tangiers International Limited

Altri membri di MOAS

Ian Ruggier, ha prestato servizio per 26 anni nell’esercito maltese. Ha sedato con la forza le rivolte dei migranti del 2014 a Malta cercando di isolare i loro capi per non fare clamore a livello internazionale fallendo. Qui sono venuti alla luce i discutibili metodi di detenzione dei migranti sbarcati sull’isola maltese.[3]
Ora Ruggiers lavora per il Tangiers Group. I meglio informati dichiarano che la sua presenza all’interno di MOAS fosse giustificata “per garantire che i profughi non venissero sbarcati a Malta”, che difatti è noto che quest’ultima non abbia rispettato le normative sull’accoglienza di presunti richiedenti asilo.

Martin Xuereb direttore con i Catrambone di ReSyH Limited, è stato brigadiere nel AFM (Armed Forces of Malta) fino al 2013 ed ex Capo della Difesa di Malta.

Robert Young Pelton, consulente strategico di MOAS. Proprietario della DPX Gear, azienda produttrice di coltelli da guerra forniti a chi si reca in zone da cui partono i migranti (https://www.dpxgear.com/about-us/). Sul sito sono presenti anche i suoi libri che trattano la difesa personale in determinate zone del mondo. Dalla sua biografia si apprende della sua presenza in Pakistan insieme alla CIA e in altre zone a rischio (http://www.comebackalive.com/who-is-ryp/). Come giornalista free-lance (ha scritto articoli anche per Vice) ha incontrato Eric Prince, il fondatore della Blackwater, la società militare privata statunitense (si presume di mercenari) impegnata in operazioni in Afghanistan e Iraq; la Blackwater è stata impiegata anche in Louisiana, durante l’uragano Katrina: Chris Catrambone è stato anche lui coinvolto nelle operazioni di emergenza in quella zona.

I bilanci del MOAS

Ad oggi non è stato ancora pubblicato sul loro sito internet il bilancio relativo alla gestione del 2016.

Dal bilancio 2015 possiamo dedurre qualche osservazione (https://www.moas.eu/wp-content/uploads/2017/02/MOAS-Administration-Report-2015.pdf):

  • Hanno ricevuto più di 5.700.000€ di donazioni (non sappiamo però l’esatta provenienza di questi fondi, se siano frutto di private donazioni di singoli individui, di generosi finanziatori o di fondazioni partner; le nostre richieste al riguardo sono state diverse ma nessuno ci ha mai risposto)

  • A pagina 8 dell’Annual Report 2015 si legge: “In 2015 MOAS operations returned to the central Mediterranean, focused on the area north of Libyan territorial waters and west of Tripoli, and operated between May and October, during which time they rescued a further 8,581 men, women and children.”

  • Come testimoniato da un’intervista di Biloslavo pubblicata da Il Giornale fatta ad un anonimo ammiraglio

“Il bilancio della Moas è gonfiato. Avevano riportato il costo di un milione di euro al mese per un drone ad ala rotante quando a noi della Marina militare un elicottero costava la metà – spiega l’alto ufficiale che ha concluso il servizio da poco – I loro migliaia di sostenitori saranno pure in buona fede, ma secondo me l’operazione è diventata un business. E c’è chi spera che il flusso dei migranti non si fermi”. [4]

Zone d’ombra riguardanti MOAS

Come piattaforma per il reperimento di donazioni negli Stati Uniti, il MOAS utilizza i servizi di Global Impact. Tra i Charity Partners oltre al MOAS (dal 2016 che è anche un “advisory clients”) ci sono altre associazioni (alcune delle quali presenze attive nel Mediterraneo): Save the Children, Medici Senza Frontiere, Unicef, Oxfam, Clinton Foundation (ricordiamo l’ingente finanziamento di Cristopher Catrambone a favore della campagna elettorale di Hillary Clinton) e Human Right Watch (associazione fondata e sostenuta dalla Open Society Foundation di Soros)[5].

Una delle campagne effettuate su Global Impact della Clinton Foundation è la “Syrian Refugee Fund” che ha il fine di sostenere i rifugiati siriani (https://syriarelief.charity.org/).

Proprio in concomitanza con le scadenze fiscali italiane, hanno chiesto ed ottenuto la regitrazione per lo status di associazione no-profit che da il diritto di accedere ai contributi del 5x1000 nel nostro Paese.

In un articolo di ZeroHedge, che ne riprende uno precedente di Gefira, si trova questa collegamento:

“The Migrant Offshore Aid Station (MOAS) was founded in 2014 by entrepreneurs Christopher and Regina Catrambone. MOAS operates the ships the Topaz Responder and the Phoenix in the migrant fleet. Mr. Catrambone was isted as a major donor to Hillary Clinton, giving over $416,000 to her presidential campaign bid in 2016. Another major supporter of MOAS is Avaaz (www.avaaz.org) who donated €500,000 to MOAS’ “search and rescue operations.” Avaaz.org was founded by Moveon.org an American organization owned George Soros. Avaaz.org acts as the European branch for Moveon.org.” [6]

MOAS Petizione Avaaz

Da un articolo di Gian Micalessin pubblicato su “Il Giornale”:

“Secondo fonti militari di Malta le attività del MOAS coprono attività d'intelligence per conto del governo statunitense. E secondo le stesse fonti su almeno una delle due navi del MOAS sono, o erano, installate strumentazioni per intercettazioni ad ampio raggio.” [7]

L’articolo tratta anche i presunti salvataggi di MOAS in acque territoriali libiche:

“Tra le quattro operazioni al di sotto delle 12 miglia messe sotto esame nel 2016 due vennero portate a termine tra giugno e luglio dal Phoenix e dalla Topaz-Responder, le due imbarcazioni di 41 e 50 metri in capo al Moas registrate in Belize e nelle isole Marshall. Operazioni registrate dai trasponder di bordo sicuramente non sfuggite all'attenzione della Guardia Costiera.” [7:1]

Proactiva Open Arms

Proactiva Open Arms è un’organizzazione non governativa di Badalona (Barcellona), nata da un’idea di Oscar Camps, imprenditore nel settore del salvataggio nautico e costiero in Spagna con la Pro Activa Serveis Aquatics Sl. La società dei “bagnini” di Camps e consulenza nei servizi balneari, ha un fatturato di 3.000.000€ e capitale sociale di 100.000€; ha ottenuto diversi appalti per le attività di salvataggio lungo le coste spagnole e può vantare 600 dipendenti.

L’inizio dell’attività di salvataggio dei migranti è iniziata sulle sponde di Lesbo, quando Camps e qualche suo dipendente volontario hanno iniziato a prestare soccorso con pochi e poco efficienti mezzi. Da settembre 2015 a giugno 2016 la svolta e lo spostamento dalle acque greche a quelle del Mediterraneo centrale: i bagnini hanno acquisito una nave, la Astral, donata dal milionario italiano Livio Lo Monaco, “re del materasso spagnolo”. Hanno speso 340.000€ per adeguare la nave che era destinata al turismo alle esigenze del salvataggio in mare. Hanno anche acquistato diverse attrezzature e jetsky.

Proactiva Open Arms

Lo scorso inverno Proactiva Open Arms ha locato per tre mesi la nave Golfo Azzurro da Boat Refugee Foundation (la nave Astral è in riparazione). La Golfo Azzurro era già ben fornita di materiale medico e Proactiva ha introdotto solo un sistema di riscaldamento e di tende sul ponte. A differenza della nave precedente, Golfo Azzurro essendo più grande può caricare migranti invece di fare soltanto opere di trasbordo.

Per risolvere il problema relativo alla non possibilità della nave Astral di imbarcare migranti per ragioni di spazio e morfologia dell’imbarcazione, recentemente hanno acquisito una nuova nave, la El Open Arms, lunga 37 metri che apparteneva alla flotta del Salvataggio Marittimo Spagnolo.

Ulule è la piattaforma da loro utilizzata per l’attività di crowfundind (https://it.ulule.com/discover/?q=proactiva+open+arms)

Hanno attivato anche una campagna informativa nelle scuole spagnole. Il loro pensiero: “We want our children, future adults, to grow up in a society where it is inconceivable to see such an image and let such a thing happen. We want them to know our story, so that fighting for a cause like ours would cease to be necessary. That is why, we raise awareness by talking in schools throughout Spain.” [8]

Zone d’ombra riguardanti Proactiva Open Arms

Nello schema troviamo l’ammontare delle donazioni private e pubbliche (hanno il 4% di donazioni effettuate da istituzioni pubbliche spagnole) e del loro utilizzo distribuito tra le due missioni (il Mediterraneo centrale e le coste di Lesbo). Nessun bilancio è stato fino ad ora pubblicato venendo meno alla trasparenza richiesta ad associazioni che operano nel sociale con fondi sovvenzionati da donazioni private. Nulla si trova anche sulle fonti delle donazioni e sulla loro composizione (donazioni private, donazioni di grandi filantropi e di fondazioni partner). (https://www.proactivaopenarms.org/en/who-are-we)

Proactiva Open Arms ha ottenuto il premio European Citizen’s Prize dal Parlamento europeo, generando dubbi sulla coerenza alla luce della normativa di respingimento definita da Frontex. (https://www.proactivaopenarms.org/en/who-are-we).

Il fondatore Oscar Camps è stato raggiunto da numerosi scandali riguardanti la sua attività commerciale, la Pro Activa Serveis Aquatics Sl. I lavoratori della società hanno iniziato uno sciopero lo scorso anno per protestare contro le cattive condizione di lavoro a cui erano sottoposti. "Proactiva fa un ottimo lavoro con i rifugiati. Ma la gestione del braccio commerciale della società è discutibile. Camps deve continuare a gestire l’attività soprattutto due mesi dopo l'assegnazione dell’appalto di salvataggio delle spiagge di Barcellona, ​​in Spagna il più redditizio, del valore di 2,13 milioni di euro all’anno ", dichiara un dipendente. Altre critiche mosse a Camps riguardano il presunto sfruttamento delle operazioni di Proactiva Open Arms come macchina per produrre positive pubbliche relazioni, che potrebbero portare benefici di immagine ed economici a suo favore. [9]

Jugend Rettet

Jugend Rettet è un network tedesco formato da giovani europei. Dichiarano che insieme hanno comprato e convertito la nave Iuventa per renderla adatta al salvataggio in mare. Attermano sul loro operato: “stiamo facendo ciò che i governi non riescono a fare: salvare le persone in difficoltà marittime”.

Oltre alle operazioni in mare, il loro impegno si concentra anche sull’attività di propaganda politica per cambiare le regole europee sull’accoglienza e sul diritto di asilo:

“Besides our rescue missions we want to take a stand against the status quo of European asylum policies with our European network of embassies. We are counting on young Europeans to engage in political work. As a young generation we want to actively create a society worth living in. Together we raise awareness for the disgraceful situation on our outer borders and on the Mediterranean and mobilise supporters in all of Europe. We want to put pressure on state actors to enforce the fundamental right on life and security even on the Mediterranean.” [10]

Zone d’ombra riguardanti Jugend Rettet

Uno degli sponsor di Jugend Rettet è Refugee Welcome, associazione che promuove l’affitto di appartamenti a stranieri con l’incontro tra domanda e offerta attraverso l’iscrizione al sito. Non fanno distinzioni tra immigrati clandestini e non. Tutti possono accedere al servizio nonostante sia vietato ai proprietari di immobili la locazione di appartamenti a immigrati irregolari.
(http://www.fluechtlinge-willkommen.de/en/ )

A sua volta Refugee Welcome fa parte di una piattaforma tedesca che si chiama MENSCH MENSCH MENSCH E.V. a cui appartengono diverse associazioni tra le quali Fluchthelfer, che propone un servizio bus dall’Italia verso lo stato in cui il migrante vuole arrivare. Da quello che si deduce dal sito, il passaggio è valido anche per i clandestini: “As escape agents you can help to make a free society become reality. Within the Schengen Area this does not carry any significant risk and is even relatively easy to do. We know many people who have helped people flee out of their country. But we also know of many ministries and police agencies that are rattling their sabres to prevent this. But this is not a game. For some refugees it is a matter of life and death”. Recentemente molti “volontari del passaggio” sono stati arrestati alle frontiere francesi e svizzere; forse questi appartenevano a questa associazione.
(http://www.fluchthelfer.in/?lang=en)

In un documento pubblicato da Jugend Rettet riguardante la storia della fondazione della ONG e l’acquisto di Iuventa, alla pagina 12 si trova la seguente frase: “Commitment of two private persons to finance the ship” [11]. Nessuna informazione su chi siano questi due privati.

Nessun bilancio ad oggi è stato pubblicato sul sito internet, nessuna lista di finanziatori e nessuna informazione prettamente economica, ovvero nessuna trasparenza garantita, come si dovrebbe, al donatore.

Jugend Rettet , nell’articolo di Maurizio Blondet rilanciato da diversi siti di notizie, è descritto come “prodotto di marketing, una simpatica operazione PSYOP (come gli striscioni Refugees Welcome negli stadi tedeschi in cambio di benefit e biglietti agli ultrà). Jakob Schoen e Lena Waldhoff, due ventenni di Berlino fondano l’associazione Jugend Rettet, lanciando un crowdfunding e trovano... trecentomila euro con cui comprano una nave".[12]

Sea-Watch

Sea-Watch è un‘organizzazione tedesca di iniziativa privata fondata nel 2014 da un gruppo di cittadini, dedicata a porre fine ai morti nel Mar Mediterraneo.

  • Sea-Watch 1: ex Go-46, una seaworthy cutter dei Paesi Bassi, è stata riconvertita diventando Sea-Watch 1 e trasferita nel Mar Mediterraneo nel maggio 2015.

  • Sea-Watch 2: acquistata con il supporto delle donazioni, la nave britannica Clupea è stata riconvertita per l’attività di salvataggio, diventando Sea Watch 2. È stata varata il 18 marzo 2016 ad Amburgo e da lì trasferita nel Mediterraneo, dove ha iniziato ad operare con successo.

  • Sea-Watch Air: appena acquisito da Sea-Watch, Il velivolo dotato di microlight ha già iniziato il suo viaggio dalla Germania verso la Tunisia dove arriverà il 21 giugno. La ONG sostiene: "Utilizzeremo l'aereo per la ricognizione aerea del Mar Mediterraneo centrale per estendere la nostra missione umanitaria, in collaborazione con Humanitarian Pilots Initiative (HPI) con il nome di Sea-Watch Air".

Hanno pubblicato un “Codice di Condotta” [13] sulla loro pagina Facebook, frutto di un meeting a Bruxelles a cui si atterranno tutte le ONG impegnate nel Mediterraneo centrale:

  • Il rispetto dei principi umanitari internazionali sanciti;

  • Difesa dei diritti umani fondamentali e
    Professionalizzazione degli interventi;

  • I partecipanti invitano ad astenersi chi ulteriormente farà accuse che descrivono le azioni di SAR ONG come illegali, senza citare la prova a supporto;

  • Le ONG vogliono il futuro un dialogo libero, equo e aperto con tutte le istituzioni europee coinvolte, il che porta ad una positiva integrazione della società civile SAR ONG nelle operazioni di soccorso umanitario in mare.

Zone d’ombra riguardanti Sea-Watch.

Uno dei partner di Sea-Watch è Watch The Med, una piattaforma di mappatura online per monitorare le morti e le violazioni dei diritti dei migranti alle frontiere marittime dell'UE. L’organizzazione fondata grazie alla Onlus Habeshia dal controverso Padre Mussie Zerai. Ha intitolato il suo libro uscito lo scorso gennaio “Padre Mosè” dichiarando in diverse interviste che “nel viaggio della disperazione il suo numero di telefono è l’ultima speranza”. Don Zerai si vanta di aiutare i migranti ad arrivare in Italia da 15 anni. [14]

Watch the Med ha stilato un elenco del “buon migrante” dove la persona interessata ad attraversare il Mediterraneo può trovare utili informazioni.[15]

Nessun bilancio ad oggi è stato pubblicato sul sito internet, nessuna lista di finanziatori e nessuna informazione prettamente economica, ovvero nessuna trasparenza garantita, come si dovrebbe, al donatore.

Dichiarazioni molto forti dell’amministratore delegato al giornale tedesco “Die Welt”, Axel Grafmanns, un life-coach tedesco [16]. Nell’articolo pubblicato sulla pagina Facebook di Sea-Watch si evidenziano queste parti: “Il nostro compito è quello di salvare vite umane nel Mediterraneo. Abbiamo un mandato umanitario. Non abbiamo ricevuto alcun ordine da Frontex. E questo è quello che facciamo al largo delle coste della Libia. E perché siamo lì? Semplicemente perché abbiamo una più elevata probabilità di salvare persone. Quindi, se ho capito bene il signor Leggeri, vuole che andiamo più lontano dalla costa della Libia. Questo significherebbe che più persone dovranno morire”. “Allora perché siamo lì? Semplicemente perché le agenzie governative non percepiscono come propria la missione di salvare vite umane, dove migliaia di persone muoiono”*.

Emblematici i comunicati stampa con le relative comunicazioni destinate tra gli altri a Fabrice Leggeri di Frontex, al Parlamento Italiano e indirettamente al Procuratore di Catania Dottor Zuccaro, che si sta occupando dell’inchiesta sulle ONG. (https://sea-watch.org/en/)

SOS MEDITERRANEE##

SOS MEDITERRANEE è un’associazione umanitaria internazionale italo-franco-tedesca finanziata dalla popolazione solidale a livello globale. Con la nave di soccorso Aquarius sono attivi dal Febbraio 2016 nel Mediterraneo con operazioni di soccorso.

A fianco di SOS MEDITERRANEE opera Medici Senza Frontiere per il supporto medico e supporto economico per la locazione della nave Aquarius.

Oltre all’attività di salvataggio in mare, SOS MED si impegna a “testimoniare sulle realtà e sui volti della migrazione” (Informando l’opinione pubblica europea sulla situazione dei migranti nel Mar Mediterraneo, raccogliendo testimonianze e rendendo omaggio alle persone sparite nel tragitto; informando i migranti nei loro paesi d’origine e/o di transito sulla realtà delle condizioni d’accesso in Europa e sui pericoli ai quali si espongono; sensibilizzando l’opinione pubblica, le istituzioni europee e i governi nazionali sulle conseguenze drammatiche della loro politica migratoria). [17]

Zone d’ombra riguardanti SOS MEDITERRANEE

Nessun bilancio ad oggi è stato pubblicato sul sito internet italiano, nessuna lista di finanziatori e nessuna informazione prettamente economica, ovvero nessuna trasparenza garantita, come si dovrebbe, al donatore. Dal sito francese della ONG presenta una classificazione delle donazioni ricevute: 71% dei fondi raccolti in Francia nel 2016 provenivano da individui, il 25% proveniva da donazioni private di aziende e fondazioni e il 4% dalle autorità pubbliche (Ville de Paris, Réserves de Parlementaires Français, Subvention de la Principauté de Monaco).

Hanno ottenuto dal Primo Ministro francese Bernard Cazeneuve un’importante onorificenza , la Grande Cause Nationale. Questo importante titolo onorifico permette di ottenere molti vantaggi come: avere la garanzia del governo; rafforzare la rete associativa del loro statuto costitutivo che agisce a livello nazionale e europeo; arrivare a tutti gli strati della società; fare affidamento su una piattaforma di pubblicità nei media più importanti; moltiplicare la portata dei loro messaggi e delle loro missioni; fornire un forte richiamo alla generosità del pubblico; essere in grado di continuare la loro missione, fino a quando ce n’è bisogno. Tutto ciò è in netto contrasto con le politiche di respingimento stabilite da Frontex e sottoscritte da tutti gli stati membri dell’UE, e con le politiche di chiusura delle frontiere attuate dalla Francia (ad esempio, i migranti bloccati a Ventimiglia).

Il 15 dicembre del 2016 hanno ottenuto il Premio per la Società Civile 2016 sulla migrazione assegnato dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) dove ricevono 10.000€ (50.000€ diviso tra i 5 vincitori). Il CESE è un organo consultivo dell'Unione europea. Istituito nel 1957, esso fornisce consulenza qualificata alle maggiori istituzioni dell'UE.[18]

Uno dei soci fondatori di SOS MEDITERRANEE è Cospe Onlus, onlus italiana che si occupa di migranti ed integrazione. Cospe è finanziata dalla UE, dai nostri ministeri degli Interni e degli Esteri, e da altre istituzioni pubbliche. Tra i sostenitori troviamo anche la Open Society Foundations di George Soros, come documentato dai file di Wikileaks.[19]


Cospe Onlus inoltre è associato a Carta di Roma, a Carta Di Lampedusa (libero movimento degli individui, resistenza contro le leggi che limitano l’immigrazione, e si batte per l’abolizione di tutte le leggi europee che limitano questo come Frontex), CILD, e molte onlus emiliane, toscane e marchigiane. [20]

CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) ha creato Open Migration. CILD supporta le ONG sotto un punto di vista legale e promuove iniziative pro immigrazione. E’ finanziata dalla Open Society Foundations di George Soros e dalla OAK Foundation [21] e rappresenta una rete di organizzazioni che lavorano per l’avanzamento dei diritti umani e delle libertà civili in Italia. Si battono per i diritti di tutti i migranti con attività di informazione, influecer e snocciolando dati statistici. Hanno chiesto all’UE la concessione di “Visti Umanitari” per creare un corridoio sicuro per chi volesse partire dal proprio paese di origine. Condannano la nuova legge sulla richiesta di asilo di Minniti-Orlando.[22]

Sea-Eye

Sea-Eye, ONG tedesca, vuole aiutare a salvare le persone in difficoltà e in pericolo di annegamento durante il loro pericoloso attraversamento del Mar Mediterraneo. Con le loro navi, cercano i migranti in difficoltà in prossimità della costa libica. Dichiarano che la procedura di soccorso essenziale è quella di inviare un segnale SOS e di avviare così un aiuto professionale.

  • Sea-Eye, un ex peschereccio di 26 metri di Sassnitz (Rügen, Germania), il cui vecchio nome era “Sternhai” (squalo delle stelle). La nave, inadatta alla navigazione, é stata riequipaggiata per le missioni di soccorso e nei primi mesi del 2016 si é diretta verso le coste africane.

  • Charlotte 2, un dinghi che permette il trasbordo dai gommoni alla nove madre.

  • Seefuchs, sorella della Sea-Eye, è una nuova nave adattata per il soccorso in mare che inizierà le operazioni di salvataggio a Maggio.

Zone d’ombra riguardanti Sea-Eye

Nessun bilancio ad oggi è stato pubblicato sul sito internet, nessuna lista di finanziatori e nessuna informazione prettamente economica, ovvero nessuna trasparenza garantita, come si dovrebbe, al donatore.

Arne Schmidt, capitano di Sea-Eye, ha una società che si occupa di brokeraggio navale.[23] Qualcuno potrebbe obiettare presumibilmente un possibile “conflitto di interesse” tra l’attività principale del capitano e l’attività come volontario.

All’inizio del mese di settembre dello scorso anno, un equipaggio di Sea-Eye è stato arrestato dalla guardia costiera libica perché trovato in acque territoriali nazionali (accusa smentita dai volontari). Grazie all’intervento dell’ambasciatore tedesco in Libia, i membri di Sea-Eye sono stati rilasciati. Il motoscafo Speedy, in cui si trovavano al momento dell’arresto, è stato sequestrato.[24]

Intervistati da MeridioNews, i volontari e il direttore di Sea-Eye, Michael Buschever, dichiarano: “L’unica risposta della Ue è quella di combattere i rifugiati e di screditare i soccorritori” non nascondendo di temere le “pressioni dei governi incalzati dalle nuove destre”. [25]

LifeBoat

LifeBoat, è una ONG tedesca promossa da un’iniziativa privata. I volontari sono esperti della navigazione o esperti nelle attività di soccorso.
Operano in collaborazione con SOS MEDITERRANEE e Medici Senza Frontiere, iniziando a operare nel Mediterraneo nel giugno 2016.

La loro nave è la Minden, un’imbarcazione lunga 23,3 metri e costruita nel 1985, posseduta precedentemente dalla German Sea Rescue Society.[26]

Zone d’ombra riguardanti LifeBoat

Nessun bilancio ad oggi è stato pubblicato sul sito internet, nessuna lista di finanziatori e nessuna informazione prettamente economica, ovvero nessuna trasparenza garantita, come si dovrebbe, al donatore.


Le nuove tecniche utilizzate dai trafficanti di esseri umani

Gommoni: il nuovo tipo di imbarcazione utilizzato dagli scafisti. Dati e informazioni tratti dall’informativa dell’ammiraglio Credendino a Frontex divulgata da Wikileaks. [27][28]


"Linkiesta" ha pubblicato un interessante articolo sulla filiera che porta i gommoni sulle coste libiche. I gommoni sono di produzione cinese e possono essere acquistati facilmente sul sito di Alibaba.[29]

Nell'articolo di Linkiesta si apprende a proposito della "filiera del gommone" e dei porti coinvolti:“La Turchia non entra solo dalla finestra di questa storia ma anche dall'ingresso principale con tanti onori. Il porto internazionale di Malta è un bel crocevia di affari finanziari: gestito fino al 2004 in regime di monopolio dalla Malta Freeport Terminals, una società pubblica del Tesoro; a metà anni 2000 il Governo dell'isola del Commonwealth apre a una concessione di 30 anni per i marsigliesi di CMA-CGM, terza compagnia navale al mondo da 30mila dipendenti. Nel 2008 i francesi chiedono un'estensione della concessione da 30 a 65 anni. La ottengono. E poi girano metà delle quote ai turchi di Yildrim Group (porti, energia, miniere, chimica, real estate e private equity fra le molte attività che il colosso dell'Anatolia svolge) e infine un altro 49 per cento delle partecipazioni vengono stornate alla China Merchants Holdings International Company Limited di Hong Kong, con la promessa di investimenti pesanti nelle infrastrutture dei terminal e del porto. Colossi turchi e cinesi, quindi, non a caso”.

Riguardo ai gommoni trovati a Malta: “Il sequestro da parte della dogana maltese di 20 gommoni, l'unico di cui si abbia notizia confermata in un documento, è solo temporaneo. Perché come scrive l'ammiraglio Credendino: **'Non c'erano motivi legali per trattenerli e sono stati quindi rilasciati per essere consegnati a destinazione'”.**
Riguardo alla tipologia di gommoni, l'ammiraglio spiega: “Quei gommoni tubolari non servono per lo sport, non servono per il turismo, nemmeno per rimorchiare merci o come scialuppe di salvataggio. A ben vedere non funzionerebbero nemmeno come boe in mezzo al mare, perché dopo qualche ora o giorno si sgonfiano e imbarcano acqua. Sono solo una macchina da morte quasi certa”.

Nell’informativa di Credendino, viene anche analizzata la strategia utilizzata dagli scafisti nel Paese di origina dei migranti.

Spunti e conclusioni

Ruolo di Mario Giro, Vice Ministro degli Esteri: stante le politiche di respingimento del nostro Governo e dell’UE tramite Frontex, la posizione del Vice Ministro non è del tutto definita: partecipa al forum organizzato dal MOAS a Malta nonostante diverse inchieste già avviate da differenti Procure della Repubblica Italiana e l’inchiesta di Fabrice Leggeri, direttore di Frontex; rilascia interviste a quotidiani stranieri dove asserisce: “La recente dichiarazione di Frontex, che ha ipotizzato che i gruppi di aiuti (delle ONG) supportavano indirettamente i trafficanti criminali, hanno mostrato un fondamentale incomprensione dei cosiddetti fattori "push" e "pull" ovvero l’incoraggiamento rivolto a centinaia di migliaia di persone dall'Africa e dal Medio Oriente di lasciare le loro case e intraprendere un viaggio pericoloso attraverso il Mediterraneo verso Europa” e continua: “Non credo che le ONG siano in contatto con i trafficanti. Questa è una controversia fuorviante che viene usata per scopi interni. So che le ONG non entrano nelle acque libiche. È un dato di fatto“. Per rispetto dovuto alle istituzioni italiane da un nostro esponente del Governo, il Vice Ministro avrebbe dovuto aspettare la conclusione delle inchieste aperte dalle nostre Procure. [30]

Ruolo del Sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini: è stata premiata lo scorso 20 aprile con il prestigioso riconoscimento per la pace Félix Houphouët-Boigny dell’UNESCO. Il sindaco, intervenuto alla trasmissione televisiva Agorà, afferma che lo scandalo riguardante le ONG sia stato montato dalla politica.[31]
Sembra discutibile la delibera 123 del 25/08/2014 riguardante “l'adesione al Protocollo d’intesa tra la Fondazione italiana Open Society Initiative for Europe (appartenente alla Open Society di George Soros) e il Comune di Lampedusa e Linosa, per la fornitura di una servizio utile alla realizzazione di progetti e iniziative rivolte allo sviluppo del territorio".[32]

W2eu (Welcome to Europe), è una vera e propria “guida” per chi volesse migrare dal Paese di origine verso l’Europa. Il sito internet recita: “For freedom of movement: indipendent informazion for refugees and migrants coming to Europe".[33] La guida è disponibile in diverse lingue e differenziata secondo il Paese di destinazione. Molti hanno cercato di capire chi fosse lo sponsor di questa iniziativa; Pamela Geller, nel suo articolo, scrive che la guida è “stampata e distribuita dalla Open Society Foundations”.[34]

La guida di w2eu si scontra ideologicamente e concretamente con la campagna Aware Migrants, sostenuta anche dal nostro Ministero dell’Interno. Aware Migrants ha lo scopo di informare sui rischi del “viaggio” i cittadini dei Paesi con alto tasso di migrazione.[35]


Lo scopo di questa ricerca non è stato quello di denunciare l’operato delle ONG nel Mediterraneo ma piuttosto quello di chiedere alle suddette una certa dose di trasparenza e chiarezza, caratteristiche richieste a chi può disporre di grandi risorse raccolte tramite le donazioni di soggetti privati e ulteriormente richieste a chi si occupa di un argomento delicato come la migrazione e le morti in mare.
Inoltre vista la grande quantità di informazioni spesso in contrasto, volevamo rendere disponibile del materiale il più possibile “neutro” che potesse stimolare il lettore a ulteriori riflessioni e analisi.
Lasciamo alle varie Procure della nostra Repubblica e alla commissione di Frontex, il compito di indagare e portare la realtà dei fatti “a galla”.


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Fonti:###


  1. (https://aurorasito.wordpress.com/2016/12/07/come-blackwater-ed-emergency-traghettano-migranti-in-italia/) ↩︎

  2. (https://www.moas.eu/it/i-fondatori-di-moas-nominati-tra-i-100-pensatori-piu-influenti-al-mondo-del-2015-da-foreign-policy/) ↩︎

  3. (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/i-centri-vergogna-di-malta) ↩︎

  4. (http://www.ilgiornale.it/news/politica/ricatti-e-costi-gonfiati-vi-racconto-verit-sulla-flotta-1388183.html) ↩︎

  5. http://charity.org/sites/default/files/2016_Global_Impact_Annual_Report_web.pdf ↩︎

  6. (http://www.zerohedge.com/news/2017-02-09/ngo-fleet-bussing-migrants-eu-has-ties-george-soros-hillary-clinton-donors) ↩︎

  7. (http://www.ilgiornale.it/news/politica/segnalazioni-dei-servizi-e-silenzio-governo-1391111.html) ↩︎ ↩︎

  8. (https://www.proactivaopenarms.org/en/raising-awareness) ↩︎

  9. http://cronicaglobal.elespanol.com/business/oscar-camps-el-salvarrefugiados-que-no-puede-reflotar-su-empresa_61288_102.html ↩︎

  10. https://jugendrettet.org/en/ ↩︎

  11. https://en.jugendrettet.org/files/press_portfolio_JR.pdf ↩︎

  12. (http://www.maurizioblondet.it/proprietari-delle-navi-negriere/) ↩︎

  13. (https://www.humanrightsatsea.org/wp-content/uploads/2017/03/20170302-NGO-Code-of-Conduct-FINAL-SECURED.pdf) ↩︎

  14. (http://www.ilgiornale.it/news/politica/ricatti-e-costi-gonfiati-vi-racconto-verit-sulla-flotta-1388183.html) ↩︎

  15. (http://www.watchthemed.net/index.php/page/index/9) ↩︎

  16. (http://axel-grafmanns.de/person/ueber-mich/) ↩︎

  17. (http://sosmediterranee.org/la-nostra-missione/carta/?lang=it) ↩︎

  18. (http://sosmediterranee.org/notizie/comunicati-stampa/?lang=it) ↩︎

  19. (http://www.maurizioblondet.it/le-ong-pagate-soros-ce-anche-arcigay/) ↩︎

  20. (http://www.dsps.unict.it/sites/default/files/files/carta_lampedusa.pdf) ↩︎

  21. (http://www.cilditalia.org/blog/cild-liberta-diritti-civili/) ↩︎

  22. (http://openmigration.org/missione/) ↩︎

  23. (http://www.as-yacht.de/) ↩︎

  24. (http://sea-eye.org/en/sea-eye-helfer-nach-freilassung-in-libyen-ich-mache-weiter/) ↩︎

  25. (http://meridionews.it/articolo/52895/sea-eye-a-licata-nave-tedesca-che-salva-i-migranti-temiamo-pressioni-delle-nuove-destre-sui-governi/) ↩︎

  26. (http://www.lifeboatproject.eu/de/) ↩︎

  27. (https://wikileaks.org/eu-military-refugees/EEAS/EEAS-2016-126.pdf) ↩︎

  28. (http://znetitaly.altervista.org/wp-content/uploads/2016/03/WikiLeaksEUNAVFORSOPHIA25012016.pdf) ↩︎

  29. (http://www.linkiesta.it/it/article/2017/01/20/cerchi-un-gommone-per-il-traffico-di-migranti-i-cinesi-hanno-pronto-un/32945/) ↩︎

  30. (https://www.theguardian.com/world/2017/apr/05/eu-migration-crisis-frontex-people-traffickers) ↩︎

  31. (http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/04/28/migranti-sindaca-lampedusa-ong-dibattito-montato-dalla-politica_DKMAx3SiGpnjZqmrtrWRnJ.html?refresh_ce) ↩︎

  32. (https://docs.google.com/viewerng/viewer?url=http://www.ideadestra.org/wp-content/uploads/2017/03/DELIBERA-SOROS-LAMPEDUSA.pdf&hl=it) ↩︎

  33. (http://w2eu.info/) ↩︎

  34. (http://pamelageller.com/2015/10/world-leader-slams-george-soros-for-promoting-funding-migrant-invasion.html/) ↩︎

  35. (http://www.interno.gov.it/it/notizie/aware-migrants-campagna-informativa-evitare-viaggio-speranza-diventi-incubo) ↩︎

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