Il governo vorrebbe innalzare da 30 a 60 euro il limite sotto il quale i commercianti possono rifiutarsi di accettare pagamenti elettronici con il POS e aumentare il tetto massimo dei pagamenti in contanti che dal 1° gennaio 2023 dovrebbe passare da 1000€ a 5000€.
Nell’Unione Europea non hanno un limite all’uso del contante Germania, Olanda, Lussemburgo, Austria, Irlanda, Estonia, Finlandia, Ungheria e Cipro. La Croazia ha il tetto di 15 mila euro. La Repubblica Ceca di 10 mila. E noi dovremmo mirare a questi esempi piuttosto che alla Grecia dove il limite è di soli 500€, per ovvi motivi derivanti dal controllo della troika che l’ha ridotta sul lastrico.
Inoltre è la BCE stessa a scrivere che il denaro contante è essenziale e necessario per il corretto funzionamento dell’economia in quanto: “Assicura a tutti libertà e autonomia: le banconote e le monete sono l’unica forma di denaro che le persone possono detenere senza l’intervento di terzi. Per pagare con il contante non serve avere accesso a particolari dispositivi, a una connessione Internet o alla rete elettrica, quindi è possibile utilizzarlo anche quando non c’è elettricità o si smarrisce una carta di pagamento.”
Ma allora perché i soliti noti si sperticano a demonizzare il cash e divinizzare il POS? Che poi è chiaro a tutti che sono piccoli step per arrivare progressivamente all’abolizione del contante.
La questione è sempre la stessa: il controllo totale delle persone, la profilazione di ogni movimento. Non è un “gomblotto”, vi ricordo quello che è successo nel libero e democratico Canada di Justin Trudeau quando lo scorso inverno le manifestazioni del Freedom Convoy sono state represse bloccando i conti dei manifestanti, che si sono così trovati improvvisamente impossibilitati a comprare cibo, beni di prima necessità e carburante.
Dovremmo tutti riascoltare attentamente le parole pronunciate da Chrystia Freeland, vice primo ministro e ministro delle finanze canadese, quando annunciava fieramente il congelamento dei conti dei manifestanti del Convoglio della libertà.
Ripeto, non sono teorie del complotto, sono fatti realmente accaduti che dovrebbero far riflettere su quale è il reale prezzo dei pagamenti elettronici, perché non è solo una questione di tariffe e commissioni, ma di libertà.